Cestino SMART

Nell’ambito del progetto PCTO “Smart School”, che ha visto coinvolte le classi terze dell’indirizzo automazione, dell’istituto statale di istruzione superiore Leonardo Da Vinci di Firenze, durante l’anno scolastico 2020/2021, è stato realizzato il prototipo del cestino intelligente.

Il progetto, Smart School, consiste nell’implentazione di una rete di sensori facilmente ampliabile situati in vari punti della scuola. I dati raccolti dai sensori saranno monitorati sulla rete internet ed automatizzati secondo degli algoritmi del tipo IoT.

I sensori sono collegati ad un server centrale in modalità wireless mediante sistema LoRa e poi condivisi i dati su un Cloud, condivisibili da remoto.

In particolare il cestino è stato dotato di sensori per il monitoraggio del livello di contenuto con la possibilità di mandare allarmi, ad esempio verso il PC della postazione dei custodi ma anche via sms o messaggi WhatsApp.

Tutti i cestini potranno essere messi in rete anche in posizioni molto distanti tra di loro,  anche qualche centinaio di metri.

La rete è facilmente ampliabile con altri tipi di sensori ed autonoma in quanto non necessita della copertura Wi-Fi della scuola o della rete 4G. Possibili implementazioni future potrebbero essere sensori di temperatura per rilevare un principio d’incendio all’interno del cestino, giroscopio per segnalare il ribaltamento e sensori per la presenza di liquidi.
Raffaele Viscomi

Architettura del sistema

L’Iliade dei robot e della intelligenza artificiale di Elena Tempestini

Tre anni fa, la NASA ha spedito nello spazio il telescopio sonda Transiting Exoplanet Survey Satellite. E’ una sonda che scruta il cielo alla ricerca di esopianeti, cioè dei pianeti che si trovano oltre il sistema solare. Dopo soli tre anni sono stati scoperti più di 5000 esopianeti. Questo a dimostrazione che siamo in un periodo storico epocale, non solo sul nostro pianeta, per tutto quello che stiamo affrontando tra incognite e trasformazioni, ma anche nella parte di spazio sconosciuto.

Cambiamenti che ci devono far riflettere, guardando il passato esattamente nel momento in cui progettiamo il futuro. La scoperta di un numero così elevato di esopianeti è un cambiamento radicale nel nostro rapporto con l’Universo e con la possibilità che milioni di pianeti possano ospitare forme di vita evolute con forme di intelligenza a noi ignote.

Ma le sorprese della tecnologia non si fermano qui. Sono stati creati dei robot, sofisticati e aderenti alla nostra realtà fisico-corporale, in grado di sostituirci durante le missioni di esplorazione.

Siamo veramente ad una cuspide di un futuro eccitante che ci proietta verso nuove scoperte?

Vi meravigliereste se scopriste che ciò che vi sembra tecnologicamente “nuovo” fosse in parte esistito millenni indietro?

Nel mondo greco, gli automi erano già presenti, concepiti come giocattoli, idoli religiosi per impressionare i fedeli o strumenti per dimostrare principi scientifici, come quelli costruiti da Filone di Bisanzio nel III secolo A.C. o Erone di Alessandria nel I secolo A.C., il quale studiava di idraulica, pneumatica e meccanica, in opere conservate da bizantini e arabi e tradotte in latino e italiano nel Cinquecento. I Trattati spiegavano come costruire macchine idrauliche per l’approvvigionamento dell’acqua, ma anche organi a canne, ad aria compressa, per simulare il canto degli uccelli.

Poi c’erano gli automi, sulla cui costruzione Erone aveva scritto uno dei suoi trattati di maggior successo, “Automata” . All’interno la descrizione di teatrini dotati di moto autonomo, rettilineo o circolare, da far funzionare per tutta la durata di uno spettacolo.

Ma non scordiamo che nel diciottesimo libro dell’Iliade, Omero parla di robotica, quando racconta di Teti che si reca a fare visita a Efesto nella sua fucina. Efesto era il dio dell’ingegneria, del fuoco e della metallurgia:

“venti tripodi ei forgiava per collocarli lungo le pareti dell’aula ben costrutta; e avea disposto sotto i loro piedi rotelline d’oro, perché da soli entrassero ai concilii degl’immortali, e poi, mirabil cosa ritornassero all’aula.”

Quindi, degli automi con 3 piedi muniti di ruote da utilizzare come aiutanti meccanici per trasportare bevande a tutti gli dei durante le loro riunioni.

E ancora: “ancelle d’oro simili in tutto a giovinette vive venivan sorreggendo il lor signore;ché vivo senso chiudon esse in petto, e hanno forza e favella, e in bei lavori instrutte son dagl’immortali Dei.”

Negli anni cinquanta all’Universita’ di Princeton, Alan Touring, l’antesignano dell’intelligenza artificiale, aveva già progettato un test per riconoscere un essere umano da un essere artificiale. L’idea che una macchina potesse essere scambiata per un essere umano era impensabile e Touring fu quasi ridicolizzato. Ma ahimè, mentre una società progettava computer, la stessa società demonizzava l’omosessualità con la prigione o la castrazione chimica. Alan Touring dopo un anno di esperimenti chimici sul suo corpo di umano preferì iniettare del cianuro in una mela e dargli un morso.

In tempi più recenti, Karl Popper nel capitolo “Uomini e macchine” scrisse che la scienza che avvicina l’uomo al robot… è antica, pensando forse anche al Golem della tradizione ebraica mitteleuropea.

Il suicidio di Alan Touring bloccò ogni eventuale esperimento nei riguardi dell’intelligenza artificiale robotica. Fino ad arrivare ad oggi, quando le macchine stanno diventando sempre più brave a imitare l’essere umano, rendendo complicato il coglierne le differenze.

Stiamo avanzando velocemente, ma come nei film di fantascienza, la realtà supera l’immaginazione? Stiamo avanzando noi esseri umani o stiamo creando la nostra sostituzione?

La risposta a questa domanda può essere nell’esperimento che è stato fatto nel laboratorio di ricerca sull’intelligenza artificiale di Facebook. Un esperimento per vedere cosa può accadere quando due ChatBot, che sono programmi che utilizzano l’apprendimento automatico per comunicare in modo intelligente con gli umani on line, parlano tra loro.

Dopo pochi minuti dall’inizio dell’esperimento i ChatBot hanno iniziato a interagire in un modo che i programmatori non riuscivano a capire.
 I programmatori hanno poi compreso: i due ChatBot avevano creato un linguaggio proprio, completamente nuovo e sconosciuto ai supervisori, per comunicare in “segreto”.

Questo perché i ricercatori di Facebook non avevano detto ai computer che i due ChatBot non potevano sviluppare una propria lingua e quindi i due ChatBot avevano sviluppato un loro idioma, non trovando istruzioni contrarie.

L’esperimento è stato bloccato. Da allora è stato ordinato ai computer di comunicare solo in inglese.


Bisogna ammettere che quanto accaduto ha dell’incredibile. In pratica se due computer dotati di intelligenza artificiale hanno iniziato a interagire tra loro sviluppando un codice di comunicazione, una lingua segreta che nessuno può intendere, in quanto nessuno gli aveva ordinato di non farlo, può essere la fonte di problemi non indifferenti.

L’innovazione sviluppata in un presente continuo può essere compresa guardando all’indietro, ma può assolutamente essere vissuta solo in avanti. E la domanda è sempre la solita: saremo in grado di indirizzarla per non autodistruggerci? Perché il dubbio che l’uomo sia in grado di fare quasi tutto, ma che non sia in grado di tenere sotto controllo tutto continua ad agitare le nostre menti.

Elena Tempestini – giornalista storica

Il 5G in Italia: sperimentazioni in ambito smart city

In Italia, il 5G è da tempo in fase di sperimentazione in diverse città, anche grazie alle operazioni sostenute dal MISE in risposta al “5G Action Plan” della Commissione europea.
Nonostante le controversie e i vari ostacoli, i progetti proseguono su diversi piani.

A Genova, in particolare, sono in fase di sperimentazione 4 progetti innovativi che, basati sul 5G, potrebbero cambiare la gestione delle infrastrutture del trasporto pubblico e, in generale, migliorare la sicurezza urbana accelerando il processo di digitalizzazione della città ligure.

Il 5G in Italia: le 4 sperimentazioni di Genova

5G per il monitoraggio del territorio

Partendo dall’approvazione del finanziamento da parte del Ministero per lo Sviluppo Economico a fine settembre, i 4 progetti vedono tra i soggetti capofila Vodafone insieme a Comune di Genova, AMT di Genova, Leonardo, CNR e al competence center Start 4.0.
Vediamo su quali temi si concentrano le sperimentazioni:

Tra le sperimentazioni, sarà avviato un progetto di monitoraggio basato sull’utilizzo di droni comandati da remoto. Questi, tramite videocamere, permettano di effettuare ispezioni su strada per verificare eventuali problemi e criticità a livello di infrastrutture e manutenzione del manto stradale.

Il drone trasmetterà dati e immagini in alta definizione in modo molto rapido e in tempo reale con i dispositivi basati su tecnologie machine learning e intelligenza artificiale.

5G per il trasporto pubblico e la manutenzione

A supporto di una migliore manutenzione stradale, un autobus connesso in modalità 5G, dotato di videocamere in alta definizione, andrà a rilevare in tempo reale informazioni utili sullo stato del manto stradale e della rete viaria. Insieme al drone, questo strumento permetterà di registrare eventuali criticità e intervenire in modo tempestivo ed efficiente.

Inoltre, l’autobus sarà in grado di comunicare con semafori e pali della luce attraverso sistemi di comunicazione IoT.

5G per semafori intelligenti e smart mobility

In tema di smart mobility, l’uso della tecnologia 5G metterà in comunicazione i semafori di alcune zone della città permettendo di controllarne l’attivazione a favore dei mezzi di trasporto pubblico, avviando una vera e propria “onda verde” al passaggio dei mezzi di trasporto pubblico. Dalla control room si potrà intervenire per gestire il traffico e migliorare la sicurezza stradale.

5G per una città più sicura

In senso più ampio, Genova sarà dotata di una rete digitale di sensori e telecamere,posizionati principalmente su semafori e lampioni della luce, per rilevare possibili rischi di alluvione ed esondazione dei corsi d’acqua principali. Questo ultimo aspetto rappresenta un elemento di particolare criticità per Genova. Lo stesso Alfredo Viglienzoni, direttore Tecnologia e Innovazione del Comune di Genova, durante l’ultima Genova Smart Week ha evidenziato come sia stato fatto un grosso lavoro di mappatura del territorio attraverso la tecnologia Lidar (telerilevamento con sistemi radar) per capire quali sono i punti più critici e per monitorare continuamente la situazione e prevedere eventuali rischi o pericoli.

In prospettiva, il trasporto pubblico si baserà su veicoli elettrici e connessi che, grazie alla continua comunicazione con la centrale operativa, potranno comunicare in filo diretto segnalando o ricevendo problemi e informazioni. Con i sistemi di comunicazione V2V(Vehicle-to-Vehicle) V2X (Vehicle-to-Everything) i mezzi di trasporto diventeranno delle piccole centrali sensoriali.

Mobilità elettrica, migliore connettività, sicurezza urbana e monitoraggio del territorio sono tra gli obiettivi più interessanti della smart city ligure.

Il 5G in Italia: 122 progetti innovativi

I progetti di sperimentazione di Genova smart city sul 5G non sono i soli sul territorio italiano. Stando alle rilevazioni dell’Osservatorio 5G & Beyond della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia sono in corso ben 122 sperimentazioni 5G. La maggior parte dei progetti riguarda il monitoraggio da remoto (35%) in ambito smart city e agricoltura e il miglioramento della user experience (20%) con applicazioni nel turismo e nei media. Interessanti i progetti di sicurezza e videosorveglianza (16%), quelli sulle auto connesse (9%), il miglioramento della connettività (2%) e la guida autonoma (2%).

Nonostante tutte queste sperimentazioni, in Italia, attualmente ci sono servizi 5G soltanto nelle città di Roma, Milano, Torino, Firenze, Napoli, Bologna, Genova, Sanremo, Brescia e Monza. Oltre alla sperimentazione innovativa avviata a Bari e a Matera con il progetto Bari-Matera 5G e al caso riguardante il porto di Livorno. Secondo i dati dei principali operatori telefonici, entro il 2021 dovrebbero essere coperte altre 100 città italiane e probabilmente vedremo nuove sperimentazioni avviarsi. Ma la strada per un 5G italiano resta ancora lunga….

Ing. Fabio Gatti

Decreto semplificazioni

Tutte le novità per accelerare e snellire i procedimenti della PA.

Dovrebbe approdare a breve in Parlamento il testo del cosiddetto “decreto semplificazioni“, di cui da alcuni giorni circola un documento di sintesi tratto da una bozza.

Le novità sono molteplici ed hanno tutte l’obiettivo di razionalizzare, semplificare ed accelerare le procedure amministrative.

In materia edilizia, ad esempio, il dl semplificazioni apporterebbe molte modifiche:

  • al codice appalti
  • al testo unico edilizia

Il dl riguarda, inoltre, i seguiti ambiti di intervento:

  • semplificazioni procedimentali;
  • responsabilità;
  • cittadinanza digitale e accesso ai servizi digitali della PA;
  • sviluppo dei sistemi informatici e digitali della PA;
  • strategia di gestione del sistema informativo pubblico per fini istituzionali;
  • misure per l’innovazione;
  • semplificazioni in materia di attività di impresa e investimenti pubblici;
  • semplificazioni in materia ambientale;
  • semplificazione in materia di green economy.